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Il Mar
Mediterraneo
rappresenta l'1%
delle acque ma
contiene il 7%
delle
microplastiche
marine a livello
mondiale: dalle
150 e le 500
mila tonnellate
di
macroplastiche e
tra le 70 e 130
mila tonnellate
di
microplastiche
(si stima che
nelle sue acque
si siano
accumulate non
meno di
1.200.000
tonnellate di
plastica).
Cinquecento
milioni di
persone vi
sversano i loro
liquami, solo in
piccola parte
depurati.
Apportano
rifiuti anche i
fiumi grandi:
Nilo, Rodano Po
e piccoli.
Ben 20.000 morti
si sono dissolti
nelle sue acque
negli ultimi 8
anni.
Flora e fauna
autoctone
vengono
lentamente
soppiantate da
specie aliene,
spesso
pericolose,
provenienti da
mari più caldi.
Le sue acque si
riscaldano più
velocemente che
negli altri mari
(circa il 20% in
più).
Si aggiungono
poi gli scarichi
industriali e
quelli agricoli,
pesticidi
compresi, il
petrolio, i
prodotti chimici
e tutto quanto è
connesso alle
tensioni
geopolitiche:
mine, fall-out,
trivellazioni,
apparati
militari... Ma
non è questo che
ne fa un "mare
monstrum".
Sono le mire
espansionistiche
della Turchia
che ha messo
radici in Libia,
una Libia
destabilizzata
dagli
"occidentali", è
il fallimento
clamoroso delle
cosiddette
"primavere
arabe", sono le
derive
autoritarie di
Tunisia ed
Egitto, le mire
espansionistiche
del Marocco
retto da un
monarca non
proprio
illuminato, è la
condizione di
miseria in cui
la Grecia è
stata
scaraventata
dalle amorevoli
cure delle UE, è
l'instabilità
degli stati
balcanici, ex
iugoslavi ed ex
ex italiani...
E' un mare che
si surriscalda
irreversibilmente...
L'Italia una
volta era guida
del "mare
nostrum", poi si
è accontentata
di poter essere
"ponte"
dell'Europa e "hub"
dei commerci, ma
si è trattata di
un'illusione
passeggera...
L'Europa arriva
dove vogliono
arrivare i suoi
Paesi guida e
dove la
conducono le
potenti lobby
che operano a
Bruxelles e
raramente si
incrociano gli
interessi
italiani.
E così il
"ponte"
miseramente ha
preso ad
affondare sotto
il peso degli
sbarchi
clandestini e
dell'insufficienza
della politica.
E il Sud è già
sott'acqua.
Ovviamente solo
in senso
figurato. Il
caldo torrido
prosciuga laghi
e fiumi,
scioglie
ghiacciai e
inaridisce la
terra. E ci
fosse uno dei
tanti, troppi,
“decisori” che
si sia posto il
problema della
conservazione
dell’acqua.
In Spagna, che
di siccità
soffre da tempo
immemorabile,
hanno, già da
qualche decennio
ed utilizzando
bene i fondi
europei,
affrontato e
risolto il
problema creando
una rete di
bacini per la
conservazione
delle acque. Una
costellazione di
laghi
artificiali
garantisce la
raccolta delle
acque piovane e
consente alla
popolazione ed,
in particolare
agli
agricoltori, di
non soffrire.
Da noi, il
massimo che si è
riusciti a fare
in argomento, è
stato quello di
far accogliere,
bontà loro, nel
programma
elettorale della
Lega, la
creazione di una
simile rete di
bacini. Ma si sa
i programmi
nessuno li legge
e presto si
dimenticano.
E oggi siamo
costretti a
perdere una
cospicua
percentuale di
raccolti:
pomodori,
ortaggi, frutta
per non parlare
delle risaie a
secco. Per non
dire della ormai
cronica mancanza
di mano d’opera
agricola.
Eppure il
principale
compito della
politica
dovrebbe essere
quello di
impedire che il
“destino” si
abbatta sul
popolo come una
tegola.
Ma la barca fa
acqua e rischia
di capovolgersi
in un mare
sempre più
amaro. |
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