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Il potere è la
facoltà di
determinare,
condizionare,
orientare le
vite e/o le
scelte altrui.
Tra gli
strumenti del
suo esercizio,
un ruolo
importante lo ha
l'autorità.
Questa può
essere delegata
insieme a quote
di potere e si
può esercitare
coercitivamente
o per
riconoscimento e
adesione. Tra
gli umani
moderni, Il
soldato, ad
esempio, è
comandato da chi
è, via via, più
in alto nella
catena di
comando, il
cittadino, in
genere,
riconosce
l'autorità del
poliziotto o del
magistrato.
Tutti, o per
delega di una
propria quota di
sovranità o
perché sudditi o
per coercizione
o paura tendono
a riconoscere le
fonti del
potere: un
tiranno, un
sovrano, un capo
carismatico o un
patto sociale e
quindi un
governo.
In natura il
potere viene
riconosciuto al
capobranco,
ossia al
soggetto "alfa"
che sia stato in
grado di battere
gli avversari
per garantirsi
il diritto,
oltre che di
procreare (da
qui il concetto
di harem), di
assumere il
comando del
branco
unitamente alla
responsabilità
della
sopravvivenza
collettiva. Tra
gli uomini, che
sempre alla
natura
appartengono, la
regola non è mai
stata molto
diversa, almeno
agli albori
della cosiddetta
civiltà.
Poi alla forza
si è unita
l'intelligenza,
con tutte le sue
doti, anche le
più subdole. Tra
queste il
consenso (quasi
mai libero) ed
il mito del
sangue che ha
garantito per
molti secoli la
conservazione
del potere in
capo a poche
famiglie, anche
in caso di
rampolli
assolutamente
inadeguati. Ma
alla fine sempre
la forza (delle
armi o
dell'inganno) è
stato l'elemento
risolutore. Poi
con l'avvento
delle nazioni
sono nate nuove
forme di
attribuzione del
potere e per la
legittimazione
al comando, tra
queste il
"consenso".
Anche se,
arrivando al
nocciolo e al di
là delle
sovrastrutture
"civili" e
giuridiche, è
rimasta la forza
degli armamenti
a fare la
differenza.
Certo la
disponibilità di
risorse e la
complessiva
ricchezza hanno
avuto un ruolo
crescente tanto
che gli dei
delle origini
sono stati
soppiantati dal
dio denaro e dal
dio mercato,
Creso docet.
Sono sorti così
i nuovi
imperialismi con
le loro sfere di
influenza, la
globalizzazione
che ha
consentito a
pochi, ben
organizzati, di
drenare risorse
e ricchezze e
accumulare lo
specifico potere
che deriva dalla
disponibilità di
ricchezza. Ciò
ha favorito
l'avvento di
nuove razze
padrone, di
"popoli alfa"
che
collettivamente
si attribuiscono
il ruolo di
branco
dominante. Il
fenomeno, a ben
guardare nella
storia - che
tende
all'agglomerazione
-, non è nuovo:
i Cinesi, i
Sumeri, gli
Assiri, gli
Egiziani, i
Greci, i
Macedoni, i
Fenici, gli
Etruschi, i
Romani, i
Visigoti, i
Mongoli, i
Sassoni, i
Celti, i
Franchi, gli
Arabi, gli
Ottomani, il
Clero cattolico,
gli Spagnoli,
gli Austriaci, i
Francesi, i
Russi, i
Tedeschi, i
Giapponesi e
persino gli
Italiani si sono
trovati, nel
tempo, ad
essere, più o
meno
convintamente,
"popoli alfa" ma
mai su scala
planetaria.
Oggi, grazie
alle tecnologie,
alle risorse,
alla volontà di
potenza, alle
capacità di
persuasione,
suggestione e
controllo, al
potere
devastante degli
armamenti, ci
sono "popoli
alfa" ad
ambizione
planetaria, anzi
interplanetaria.
Gli Statunitensi
certamente sono
tra questi, i
Cinesi forse,
gli Europei, se
esistessero
politicamente e
militarmente,
potrebbero
esserlo
integrando la
Russia. Ovvio
che, in
prospettiva, il
branco dominante
non può che
essere uno.
Persuadendo,
assoggettando,
indebolendo,
piegando,
colonizzando,
drenando
risorse,
dettando regole
per gli altri.
Anche alla luce
di questo quadro
vanno letti gli
ultimi eventi,
come la guerra
tra Russia e
Ucraina. Solo
così si può
spiegare
l'accanimento
Usa contro la
Russia, un
accanimento
capace di
stravolgere
intese, accordi,
contratti e
consuetudini
internazionali,
e la
dichiarazione di
Stoltenberg
contro la
cessione della
Crimea,
nonostante le
aperture di
Zelensky.
La Russia, se
viene
accerchiata
dalla Nato, deve
subire e non
reagire. In caso
di reazione
pesantissime
sanzioni
punitive e
pressione
crescente dei
Paesi Nato.
Al contrario gli
Usa, visto che
le Isole
Salomone hanno
osato firmare un
trattato di
collaborazione
con la Cina,
possono fare
fuoco e fiamme
ritenendo
l'intesa
pericolosa per
gli Usa, pur
trovandosi le
Salomone a circa
10.000
chilometri dalle
coste
statunitensi
(suppergiù la
stessa distanza
tra Pechino e
Los Angeles). Si
sono precipitati
ad aprire
un'ambasciata
nella capitale
Honiara e si
vocifera che
desidererebbero
abbattere il
locale governo
per sostituirlo
con uno più
malleabile e
meno
filo-cinese.
Forse questo
sarà il compito
dell'ambasciata.
Certo, in questo
caso,
l'autodeterminazione
dei popoli non
conta più di
tanto essendo in
gioco gli
"interessi
strategici"
americani.
Come ha osato la
Cina? Eppure il
trattato Aukus
(USA, UK e
Australia) per
stanziare
sottomarini
nucleari nel
Pacifico è solo
del 2021 ed il
trattato Five
Eyes tra USA,
UK, Australia,
Canada e Nuova
Zelanda,
definito da
Edward Snowden
(ex NSA):
"un'organizzazione
di intelligence
sovranazionale
che non risponde
alle leggi dei
propri paesi",
ossia il papà di
Echelon,
consente di
spiare l'intero
mondo, web e
conversazioni
private
comprese. Che
cosa non si
farebbe per
difendere la
democrazia
(sic!).
Ecco questa è
l'essenza del
potere ben
sintetizzata dal
marchese del
Grillo: "Io so
io e voi non
siete un
cazzo!". "Alfa"
anche lui. |
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