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L'ESTATE PIU'
CALDA DI SEMPRE |
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Quante volte
abbiamo sentito
questa frase?
Una di quelle
cose dette per
spezzare il
silenzio, per
avviare una
conversazione e
rompere la
formalità degli
incontri più
occasionali. "Ma
veramente io
ricordo negli
anni 60, quando
facevo la
maturità, era
molto più
caldo". Questo
potrebbe
affermare un
signore over 65,
che ha impresso
nella memoria il
caldo torrido
delle estati in
stile prima
repubblica,
quelle senza
aria
condizionata e
tanta
spensieratezza.
È evidente, mi
affretto a
pensare, un
conto è la
temperatura
reale, diversa è
quella
percepita.
Il nostro
giudizio è
risultante di un
mix tra stimoli
sensoriali e
condizionamenti
personali.
Quasi
sicuramente, i
30 gradi di
Catanzaro e
Palermo
"peseranno" di
più di quelli
che si possono
percepire nel
bel mezzo del
Trentino Alto
Adige tra boschi
e natura
rigogliosa.
Eppure, ci sarà
un fondo di
verità in quella
che i sociologi
definiscono
"conoscenza
basata sul senso
comune". Non
serve essere un
climatologo per
rendersi conto
che in estate fa
sempre più
caldo, in
autunno piove
sempre di meno,
l'inverno è
sempre più
corto.
Cambiamento
climatico,
riscaldamento
globale, tutte
definizioni
formali di un
processo che è
reale. Non lo
vede solo chi
non vuole
vedere.
Ma i mercanti
del dubbio, come
li ha definiti
Naomi Oreskes,
storica della
scienza e
cattedratica
statunitense,
nel suo libro
dal titolo
omonimo1,
sono sempre in
agguato. Quelli
che negli anni
Venti del
Novecento
presentavano le
Lucky strike
come un ottimo
ricostituente
per la gola. O
ancora quelli
che negli anni
Cinquanta
dicevano che il
fumo faceva
dimagrire.
Il radio non era
un ottimo per
concime per i
campi? E
l'amianto, come
si poteva a
farne a meno?
Intorbidire le
acque,
screditare la
scienza
ufficiale,
diffondere
falsità prive di
evidenze
empiriche. Oggi
si chiamano fake
news.
E si, dire che
il cambiamento
climatico non
esiste, è una
fake news.
In questo caso
il senso comune
non tradisce
l'oggettività
della scienza.
Anzi la
rafforza.
Non resta dunque
che recuperare,
a piccole dosi,
il caro e
vecchio senso
comune.
Un termometro
naturale ed
innato
nell'uomo, una
delle
caratteristiche
che distingue
l'intelligenza
umana da quella
artificiale.
Forse ha ragione
Pedro Domingos,
professore
emerito di
computer
science, quando
afferma "la
gente teme che i
computer siano
troppo
intelligenti e
che conquistino
il mondo, ma la
verità è che
sono troppo
stupidì e lo
hanno già fatto
"2.
Presa di
coscienza o
Realpolitik,
resta il fatto
che dobbiamo
uscire dal fango
corrosivo della
post verità, del
dubbio elevato a
valore supremo,
dall'ansia di
combattere il
potere a tutti i
costi.
Altrimenti
rischiamo di
fare la fine del
Barone di
Munchausen, il
quale finito in
una pozza di
fango, pensava
di uscirne fuori
tirandosi dai
capelli3.
Note:
1. Merchants of
Doubt, 2010.
2. The Matester
Algorithm, 2015.
3. Il Trilemma
di Munchausen
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BONUS 110%: NON SI LASCINO VINCERE I DELINQUENTI |
PREMESSA
Questo articolo è stato pubblicato nel
quotidiano on line "Ondazzurra" lo scorso 28
giugno. Purtroppo risulta non solo ancora
tristemente attuale ma addirittura "aggravato"
dagli sviluppi recenti che investono un
provvedimento importantissimo per assicurare al
Paese quell'efficientamento energetico da sempre
auspicato e reso ineludibile dalla terribile
contingenza attuale.
Nell'articolo, ovviamente, si fa riferimento al
presidente Draghi e questa rielaborazione viene
effettuata all'alba del 15 luglio, dopo le sue
dimissioni. Non è facile prevedere cosa accadrà
nei prossimi giorni e pertanto quando "CONFINI"
sarà on line potremo avere un nuovo governo
Draghi o un governo tecnico di transizione per
il voto anticipato o qualsiasi altra diavoleria
che i nostri fantasiosi politici saranno in
grado di individuare. Chiunque dovesse prendere
il timone tra le proprie mani, comunque, sappia
che il Superbonus, ben gestito, è un
provvedimento di cui l'Italia proprio non può
fare a meno.
*****
28 giugno 2022
È di queste ore la notizia che la Guardia di
Finanza, nelle sole province di Caserta e
Napoli, ha sequestrato quasi 800 milioni di euro
a finti titolari di credito. Ben 143 le persone
fisiche e giuridiche coinvolte nella colossale
truffa, che fa seguito a quelle precedenti, per
importi ancora più consistenti, rilevatrici
della grande abilità delinquenziale che troppe
persone mettono in campo a fronte di importanti
azioni di politica sociale, sempre utili e, mai
come in questo momento, fondamentali per
contrastare i costi delle risorse energetiche,
in quotidiana crescita.
A quanto pare tra i beneficiari dei crediti
figurano parcheggiatori abusivi, soggetti privi
di partita Iva, addirittura un detenuto e, con
altissima percentuale, percettori del reddito di
cittadinanza (insulso provvedimento che si è
trasformato in un boomerang per i troppi abusi,
determinando tra l'altro una vera crisi in tanti
settori imprenditoriali, costretti a chiudere le
attività per mancanza di mano d'opera). Non ci
vuole un mago per comprendere che costoro siano
solo la "facciata" di un articolato sistema,
gestito a ben più alti livelli criminali.
Come a tutti noto, il presidente Draghi, pregno
del pragmatismo tipico di tutti i grand commis
dell'alta finanza, è un netto oppositore della
misura di incentivazione. La sua formazione
culturale, ovviamente, è ancorata ai dettami di
quel liberal-capitalismo da sempre fonte delle
profonde iniquità sociali e già da molto tempo
degenerato verso i complessi e oscuri lidi della
finanza sporca, incomprensibili dai comuni
mortali, che ne possono solo patire le nefaste
conseguenze.
Offrirgli sul piatto della bilancia le troppe
distonie che traspaiono dalla cattiva gestione
del progetto, gli consente di esprimersi con
toni di disapprovazione ancora più marcati e
argomenti non facilmente confutabili.
Non bisogna demordere, tuttavia. Gli sviluppi di
una crisi planetaria per ora non facilmente
decantabili, ma ben prevedibili nelle grandi
linee a meno che non intervengano drastici e
immediati interventi risolutori, hanno reso ben
evidente quanto fosse importante l'autonomia
energetica per evitare di dipendere da chi vuole
spostare all'indietro le lancette dell'orologio,
utilizzando le proprie risorse come arma di
ricatto pur di continuare impunemente a
massacrare il popolo ucraino.
I momenti di grande turbolenza sociale generano
sempre quel "caos" che, lungi dal manifestare le
immaginifiche e talvolta stupende
rappresentazioni offerte da filosofi, letterati,
scienziati, psicologi e artisti, mettono in luce
precipuamente i limiti della natura umana, le
debolezze di troppi soggetti che popolano le
stanze del potere e soprattutto la nefasta
propensione ad approfittarne per tornaconto
personale. Dopo decenni di battaglie a favore
delle energie rinnovabili, infatti, le
drammatiche vicende di questi ultimi mesi stanno
spingendo già troppe persone "importanti" a
parlare di ripristino delle centrali a carbone
e, addirittura, di ritorno al nucleare.
(Mi sia consentita una nota personale: avevo
ancora i pantaloni corti quando fondai
un'associazione ecologica e iniziai a diffondere
le tematiche elaborate nel famoso (e disatteso)
rapporto del MIT -, dicendo, di fatto, le stesse
cose che dice oggi Greta Thunberg - e a
combattere contro le centrali nucleari,
fortunatamente con pieno successo. Ritornare a
parlarne a distanza di mezzo secolo mi riempie
il cuore di tristezza).
Premesso, quindi, che la strada per rendere
sempre più fruibili le fonti energetiche
rinnovabili è "segnata" e si può solo andare
avanti in tal senso, senza alcun cedimento verso
pericolosi passi indietro, la straordinaria idea
della riqualificazione edilizia con l'ecobonus
"non deve" essere assolutamente accantonata solo
perché inficiata da una miriade di delinquenti.
Si sbattano in galera i delinquenti, si presti
maggiore attenzione nella fase dei controlli, ma
si vada avanti senza indugi, colpendo
severamente anche gli speculatori che hanno
determinato l'ingiustificato aumento dei costi
delle materie prime.
Per gli esperti in materia è un gioco da ragazzi
calcolare quanti miliardi si possono risparmiare
con l'isolamento termico delle abitazioni, la
sostituzione dei generatori di calore, la
coibentazione, i pannelli fotovoltaici. Altro
che ritorno al nucleare, con i rischi connessi
ai possibili incidenti e il problema
(irrisolvibile) delle scorie, senza considerare
- cosa che evidentemente sfugge a chi parla a
vanvera - che per costruire una centrale
nucleare occorrono non meno di nove-dieci anni,
mentre noi dobbiamo ridurre "subito" i costi
dell'energia elettrica e del gas per tutelare le
famiglie allo stremo e le attività produttive
che, in ogni settore, sono prossime al
fallimento. Al momento, la piena attuazione
dell'efficientamento energetico, realizzabile in
tempi brevi, costituisce una delle soluzioni più
valide alla tragedia che sta condizionando
pesantemente la vita di milioni di cittadini.
Molti soggetti, soprattutto i proprietari di
singole unità abitative, si sono sottoposti già
a cospicui esborsi economici sia per le parcelle
corrisposte ai tecnici esecutori dello studio di
fattibilità e dell'analisi preventiva dei costi
e dei benefici sia per gli oneri connessi al
deposito delle pratiche nei comuni di
pertinenza. (Non avrebbero dovuto anticipare
nulla ai tecnici, ma sono state costrette a
"subire" le richieste economiche pena il rifiuto
dell'incarico). Queste persone, con il blocco
dei lavori, corrono il rischio di aggiungere al
danno la beffa, mentre molti truffatori si
stanno godendo fior di milioni guadagnati solo
con un pizzico di fantasia. Sintomatico quanto
dichiarato da uno di loro che, con i suoi
complici, degustando "pizza, panini e birre",
passava le nottate a caricare sulla piattaforma
digitale dell'Agenzia delle Entrate i crediti di
imposta: "Sono diventato uno squalo! Cinquanta
milioni di crediti in appena quindici giorni. Lo
Stato italiano è pazzesco; vogliono essere
fregati, praticamente".
Può il Governo permettere tutto questo? Sui
parlamentari non è lecito contare più di tanto
perché ora sono tutti occupati a "trovarsi" una
sistemazione personale, considerata l'imminenza
delle elezioni politiche e l'evidente
impossibilità, per tanti di loro, di essere
rieletti. Non è un delitto, tuttavia, ricordare
loro che dovrebbero operare "soprattutto"
nell'interesse dei cittadini e ogni tanto
sarebbe opportuno rispettare questo mandato.
Si provveda subito, pertanto, a rimediare con
chiari provvedimenti esecutivi che rendano
possibile, soprattutto a chi si trovi "a metà
dell'opera", di portarla a compimento. Una
proroga generale, se non proprio sine die almeno
di tre-quattro anni, si rende necessaria per
consentire la reale e totale ristrutturazione
energetica del Paese. Una proroga, però, che
deve essere ancorata ad una efficace prevenzione
delle inevitabili truffe che saranno tentate.
Uno Stato che si rispetti non può essere
prigioniero dei delinquenti e deve liberarsi
soprattutto di coloro che possono commettere i
crimini grazie al potere scaturito dal ruolo
esercitato.
Alle forze dell'ordine giungano il plauso e la
gratitudine della parte sana del Paese per la
loro meritoria opera in chiave repressiva. Non
smettano mai e s'impegnino sempre più. Più
delinquenti si assicurano alla giustizia, meglio
staremo tutti.
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TWITTER: IL
LIBERO ARBITRIO
DEI SERVI |
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Sulla differenza
tra libertà e
libero arbitrio
si sono
affannati fior
di filosofi sin
dall'antichità e
pertanto chi
avesse voglia di
"indottrinarsi"
in modo
approfondito ha
solo l'imbarazzo
della scelta tra
centinaia di
opere
disponibili. Qui
basti dire che
il libero
arbitrio
consiste nella
capacità di
decidere
liberamente come
operare e come
giudicare eventi
e persone,
facendo
attenzione a non
lasciarsi
sopraffare né
dai pregiudizi
né dai propri
convincimenti.
Quando ciò
accade, esso si
trasforma in
tirannide, ossia
una delle più
schifose forme
della condotta
umana, minando
pericolosamente
l'altrui
"libertà di
pensiero e
azione".
Questa
pericolosa
deriva del
"libero
arbitrio" ho
avuto modo di
riscontrarla e
subirla in uno
dei più famosi
Social network
del mondo,
specializzato in
microblogging:
Twitter.
Veniamo ai
fatti.
Nell'account dal
quale risulto
"ben
identificabile"
sia
anagraficamente
sia
professionalmente,
ai primi di
luglio ho
pubblicato dei
post critici
sulla diffusa
volontà di
approvare la
liberalizzazione
della cannabis,
che trova eco
anche in una
classe politica
sempre più
decadente sotto
tutti i punti di
vista.
Contestualmente
ho pubblicizzato
il famoso testo
di uno dei più
grandi
psicoterapeuti
al mondo, il
prof. Claudio
Risé: "Cannabis
- Come perdere
la testa e a
volte la vita"
(San Paolo
Edizioni, 2007).
I post,
ovviamente,
eccezion fatta
per poche
critiche
espresse
civilmente, sono
stati subissati
di commenti
pregni di
offese; insulti;
volgarità;
becera ilarità;
accuse di vario
genere
addirittura
relative a
mostruosità
dell'essere da
me sempre
combattute in
tutti gli ambiti
sociali nei
quali abbia
operato e ancora
operi, come
facilmente
evincibile
grazie alla
facile e
abbondante
reperibilità, in
rete, di
centinaia di
articoli.
Soggetti di
bassissimo
livello etico e
culturale,
quindi, si sono
permessi di
commentare senza
nemmeno
accertarsi con
chi avessero a
che fare. Non
solo: in tanti
si celavano
dietro falsi
profili con nomi
di fantasia e
avatar al posto
della propria
foto, privi di
qualsivoglia
informazione che
consentisse di
individuare
l'effettiva
identità dei
titolari. Uno di
loro mi ha
addirittura
accusato di
essere complice
della
criminalità
organizzata che
gestisce lo
spaccio della
droga!
Eccezion fatta
per i pochi che
avevano mosso
critiche anche
sciocche e prive
di fondamento
scientifico, o
con i soliti
riferimenti
redatti ad arte
per favorire la
liberalizzazione,
ma senza
prodursi in
offese,
ingiurie,
minacce e
volgarità, ho
segnalato "gli
account" che, a
mio giudizio e
secondo il "mio
libero
arbitrio",
meritavano di
essere
censurati.
La risposta è
stata negativa
per tutte le
segnalazioni:
nessuno di loro,
infatti (quindi
anche i profili
non
identificabili,
dietro i quali
si potrebbe
celare
"chiunque"),
secondo le
valutazioni
effettuate dagli
addetti al
delicato
compito, violava
il codice etico
e le linee guida
del network.
Dopo la notifica
mi è stato
chiesto di
inviare un feed
back sulla
mancata
accettazione dei
reclami e ho
risposto
spiegando, con
estrema
chiarezza, che
non ero
assolutamente
d'accordo con la
loro decisione
per i seguenti
motivi: nessuno
ha il diritto di
"entrare" in
casa d'altri e
offendere
utilizzando
espressioni
scurrili e
volgari; nessuno
ha il diritto di
"etichettare" le
persone,
attribuendo loro
appartenenze
partitiche o di
qualsivoglia
altra natura
magari
antitetiche
rispetto
all'effettivo
pensiero;
criticare è
lecito, ma
sempre nel
rispetto
dell'altrui
libertà di
pensiero; per
nessuna ragione
dovrebbero
essere permessi
i profili "fake",
che consentono
alle persone di
offendere
impunemente
perché non
identificabili:
se qualcuno si
permettesse di
rivolgermi gravi
e false accuse o
di offendere la
mia reputazione,
potrei avvalermi
della facoltà di
denunciarlo,
cosa impossibile
nei confronti
dei molestatori
anonimi.
Tutto ciò a
prescindere
dalle altre
gravi distonie
evinte nella
lettura dei
post, anche non
strettamente
connessi ai
miei. Alcuni
giorni dopo ho
pubblicato un
post decisamente
"ironico"
traendo spunto
da un articolo
pubblicato sul
quotidiano "la
Repubblica", il
cui titolo con
relativo
catenaccio
recitava
testualmente,
sopra la foto di
qualcuno che
fumava
allegramente uno
spinello:
"Cannabis, gli
Stati Generali a
Milano: "È il
vero campo
largo, sì alla
legge".
Ho effettuato lo
screenshot del
titolo e l'ho
montato in una
foto sul cui
lato destro
figuravano in
alto un vasto
campo di
papaveri e in
basso una vasta
piantagione di
cannabis. Sulla
linea di
demarcazione
delle due foto
ho scritto: "IL
CAMPO LARGO DEL
PD". Ho poi
pubblicato il
composit
commentandolo
come di seguito
trascritto: "Che
definizione
reboante! Chi
farà la parte di
Filippo il
Bello? Non si
fumava nemmeno
nella sua epoca!
E il campo largo
come sarà? Come
quello nella
foto, immagino!
SUICIDATEVI!
Droga libera? No
grazie!" Ho
aggiunto,
quindi, per
l'ennesima
volta, il link
al libro di Risé
acquistabile su
IBS.
Combatto le
droghe (tutte!)
sin da quando
porto i
pantaloni corti
e ora incomincia
a far paura la
crescente
propensione
verso questa
pericolosa
deriva, protesa
alla
legalizzazione.
Con mia somma
sorpresa,
tuttavia, il
giorno
successivo mi
sono visto
bloccare
l'account per
alcune ore
essendo stato
imputato di
"istigazione al
suicidio!" Mi
rifiuto di
commentare
"seriamente"
questo
provvedimento
per rispetto
della mia
dignità e
dell'altrui
intelligenza:
solo un cretino,
infatti,
potrebbe non
cogliere il
sarcasmo e la
sottile ironia
ben armonizzate
tra foto e
testo, non certo
inficiati da
quel
"Suicidatevi",
utilizzato al
posto di "andate
a quel paese"
per enfatizzare,
a mio avviso
doverosamente,
l'avversione più
totale a
un'iniziativa
molto
pericolosa, essa
sì portatrice di
morte.
La risposta più
eloquente alla
vicenda di cui
sono rimasto
vittima,
comunque,
proprio nello
stesso giorno, è
stata fornita da
un articolo di
"Milano Finanza"
(trascrivo il
link alla
versione
integrale:
www.milanofinanza.it/news/senza-musk-chi-ci-perde-e-twitter-202207111551008879)
nel quale si
legge
testualmente:
"Il social media
è troppo
politicizzato.
La decisione di
Elon Musk
venerdì 8 luglio
di annullare
l'acquisto di
Twitter è una
perdita per il
sito di social
media e per la
libertà di
espressione. Gli
unici vincitori
saranno i
progressisti,
che appoggiano
la censura del
sito sulle
opinioni non
conformi alle
loro idee su
politica, clima
e molti altri
argomenti. […]
La crescita
degli utenti del
sito sta
rallentando e
Twitter ha perso
1,3 miliardi di
dollari negli
ultimi due anni,
anche se i
profitti delle
società
tecnologiche
sono aumentati.
[…] I tweet dei
conservatori che
presentano anche
informazioni
puramente
fattuali su
argomenti come i
trattamenti
Covid e il clima
vengono spesso
etichettati come
disinformazione.
Gli account
vengono sospesi
senza
spiegazioni.
Nessuno sa chi
siano i maghi
dietro le quinte
che prendono
queste decisioni
e Musk dice che
consentirebbe un
dibattito più
aperto".
L'articolo è
molto chiaro
nella sostanza,
a prescindere
dai termini
inappropriati
come
"progressisti",
per definire
l'universo
sinistrorso che
sta al progresso
come un vinello
da novanta
centesimi sta un
Barolo Riserva
Monfortino, e
"conservatori",
per definire gli
antagonisti,
nonostante il
termine sia
ormai obsoleto,
dal momento che
le persone
veramente "sane
e sagge" hanno
ben poco da
conservare e
guardano al
futuro con
lungimiranza e
prospettive
protese a
preservare la
migliore
"tradizione",
che proprio non
va confusa con
"il
conservatorismo"
caro a chi, dal
dopoguerra ai
giorni nostri,
magari
predicando bene
e razzolando
male, ha fatto
strame della
democrazia e dei
diritti dei
cittadini,
precipitandoci
in quella sub
cultura che si
sta diffondendo
a macchia d'olio
a livello
planetario,
anche grazie
alla
multimedialità.
Il vertice di "Twitter",
quindi, detta
una linea
"politica", cosa
di per sé già
molto grave.
Questa linea,
poi, soprattutto
in Europa, viene
osservata da
dipendenti che
si dimostrano
"più lealisti
del re",
imprimendovi
quel "libero
arbitrio" che
appaga il loro
senso di
onnipotenza: il
libero arbitrio
dei servi,
appunto, tra le
cose più nefaste
che affliggono
l'umanità.
Le bazzecole di
Twitter,
comunque,
rapportate alla
mia persona,
sono
insignificanti e
non mi toccano:
ho due blog, due
testate
giornalistiche
con le quali
collaboro
liberamente ed è
in arrivo una
terza testata
che mi vedrà
come direttore
responsabile. Un
po' dappertutto,
quindi, posso
scrivere tutto
quello che
voglio, senza
problemi. Ciò
che ben traspare
dall'articolo di
"Milano
Finanza",
tuttavia,
evidenzia "il
grave problema"
che impatta con
la "libertà" di
milioni di
persone, non
certo nella mia
condizione,
costrette a
subire il
"libero
arbitrio" di un
"arbitro" non
neutrale, che
sospende gli
account con
modalità
dittatoriali.
Twitter dovrebbe
garantire a
tutti la
possibilità di
esprimersi
civilmente,
censurando chi
non sia in grado
di rispettare il
prossimo e,
proprio come ha
detto Musk,
combattere con
maggiore
determinazione i
falsi profili,
per buona parte
"pilotati" dalla
componente più
schifosa e
marcia della
società
mondiale. Se
questo non
accade, è lecito
ritenere che di
quella
componente il
vertice di
Twitter sia
correo. |
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